Il 13 settembre 2017, dopo un viaggio in 13 tappe da Nord a Sud in altrettanti musei ecclesiastici, l'opera commissionata da AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) al Maestro Claudio Parmiggiani raggiunge la sua destinazione finale: la Casa Museo del sacerdote siciliano ucciso della mafia il 15 settembre del 1993. L'opera è stata allestita e presentata al pubblico il 13 settembre alle ore 18.00 nell'ambito delle celebrazioni commemorative per il XXIV anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi.
La donazione da parte di AMEI dell’opera di Claudio Parmiggiani, uno dei più significativi esponenti del panorama artistico internazionale, evidenzia il ruolo attivo che i musei ecclesiastici intendono assumere nel dibattito sull’arte contemporanea, diventando luoghi di elaborazione e sperimentazione di nuovi linguaggi artistici. Al contempo la donazione attesta l'attenzione alla dimensione sociale del museo.
Grande soddisfazione nelle parole di Domenica Primerano, Presidente AMEI: «Conservare la memoria del passato ma vivere il proprio tempo, le sue contraddizioni e le nuove sfide. Questo è il messaggio affidato all'opera di Claudio Parmiggiani, eloquente metafora di rinascita dal buio alla luce, commissionata da AMEI in occasione dei 20 anni dell’Associazione e in memoria di un grande testimone dei nostri giorni". L’arte di Claudio Parmiggiani, "un atto di resistenza civile, come la definisce l'artista, è una meditazione sull’uomo. La stessa che i nostri musei vogliono promuovere, connotandosi come luoghi di riflessione dove formare una coscienza morale, civile e intellettuale per vivere consapevolmente il presente facendo sì che l'arte continui a essere quella 'porta invisibile' dove ritrovare la dimensione spirituale dell'esistenza».
Andrea Dall’Asta SJ, Direttore del Museo San Fedele, Itinerari di arte e fede e Direttivo AMEI: «L’opera realizzata da Claudio Parmiggiani è composta da diverse lastre di vetro sovrapposte, sulle quali poi l’artista interviene con violenza, creando in questo modo un’apertura sfrangiata e irregolare, come una lacerazione. Tuttavia, questa drammatica apertura appare suggerirci qualcos’altro. È come se fossimo invitati a proseguire verso un al di là, un "oltre". Certo è immediata l’analogia con la vita di don Giuseppe Puglisi, sacerdote siciliano, ucciso dalla mafia nel 1993, con 1 colpo di pistola alla nuca. La sua esistenza "luminosa", "irradiante", spesa contro i soprusi e gli oltraggi della mafia. L’opera di Claudio Parmiggiani parla di dolore, di morte, ma al tempo stesso invita ad andare oltre, ad attraversare e a superare quel vuoto nella lastra che nasce da un gesto efferato di violenza, scagliato contro qualcuno che si è posto a servizio della società, per liberarla e trasformarla».
Infine, Maurizio Artale, presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro dice: «Se l’arte "rinchiusa" nei musei deve formare una coscienza morale, civile e intellettuale, l’opera del maestro Parmiggiani ci impone una riflessione diversa rispetto a quanto scaturisce dagli oggetti e dalle reliquie disponibili alla fruizione del visitatore nella Casa Museo del Beato Giuseppe Puglisi. È un "oggetto" che ci fa toccare con mano la frammentazione di una superficie liscia e lucida investita da un’azione di violenza inaudita, e, nonostante ciò, restituisce un altro "oggetto", che, non essendo più nelle condizioni di farci rispecchiare, ci apre a un'altra dimensione di "Luce"; la stessa "Luce" che ha accolto 3P la sera del 15 settembre del 1993 a Piazzale Anita Garibaldi e che gli ha fatto dire, con un sorriso, "me lo aspettavo"».
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